lunedì 25 maggio 2009

L'intruso di Antoine Wilson


"Un thriller epistolare. E' questa l'idea forte attorno alla quale il giovane canadese Antoine Wilson ha costruito L'intruso (Cairo Editore), suo romanzo di esordio. Un'idea forte ma anche difficile da svolgere, dato che dovrebbe svilupparsi su due piani apparentemente antitetici ma allo stesso tempo strettamente collegati l'uno all'altro. Vediamo come procede Wilson. La vicenda inizia con l'evolversi delle scontentezze di Owen, giovane marito un tempo felice, ora oppresso, bersagliato, soffocato dal ricordo della morte del cognato C. J. che moglie e suoceri evocano continuamente, ininterrottamente. A cena, durante le visite degli amici, lungo la giornata (di qui, il titolo, L'intruso). C. J. è stato ucciso da un criminale senza che si sia potuto stabilire un movente. E che il colpevole sia stato condannato a vent'anni di reclusione, alla famiglia del defunto non sembra sufficiente. E' così che nasce in Owen l'idea di iniziare un rapporto epistolare con il detenuto Raven. Firmerà le lettere con un nome femminile e userà tutta la sua astuzia per farlo innamorare e poi spezzargli il cuore rivelandogli la verità e vendicandosi così dell'infelicità in cui il criminale ha fatto precipitare la sua famiglia. Siamo all''overture', suonata a piena orchestra. Poi l'autore mette mano alla parte di vera e propria suspense, e qui gli accordi non gli riescono più. [...] Antoine Wilson, non ci sono dubbi, ha applicato tutte le regole del thriller, incluso il finale a colpo di teatro, ma non riesce ad agganciare le emozioni. Forse gli manca ancora il graffio e anche il cinismo, usato da chi scrive storie di questo tipo." (da Laura Grimaldi, Rivincita in forma di lettera, "Il Sole 24 Ore Domenica", 24/05/'09)

Nessun commento: