lunedì 11 maggio 2009

La scatola mangialibri


"Gli utensili non sono mai abbastanza. Come dice Aristotele, infatti, la ricchezza non è altro che l'insieme degli strumenti adatti all'amministrazione della casa. Queste protesi tuttavia tendono a moltiplicarsi come mosche. La sveglia sta ancora suonando, quando già borbotta la macchina del caffè, cinguetta in televisione la trasmissione mattutina, arde il tostapane. Chi uscirebbe di casa senza telefonino, computer, macchina fotografica digitale, Blackberry, iPod, playstation e satellitare? Bardati come un turista giapponese ci volgiamo lieti incontro al nuovo giorno. Non c'è da stupirsi quindi che una valente industria ci doni continuamente nuovi apparecchi. Sono così pratici! Ma, diciamolo, questo vale soprattuto per le persone giovani: chi è sotto i trent'anni li adopera con tale disinvoltura che sembra quasi li abbia ricevuti da una fata in culla. Se gli altri si tormentano con grossi manuali di istruzioni, i giovani non abbisognano di tali ripieghi. Plug and play è il loro motto. Più nuovo è il medium, più facilmenete lo utilizzano. Che l'arte della programmazione mettesse le gambe anche alla tecnica culturale più arcaica era ormai solo una questione di tempo. Quanto essa ha prodotto è mobile, flessibile e senza fili. I suoi vantaggi si toccano con mano. Peso: 300 grammi, memoria 256 MB (espandibile), 170.000 libri e ogni tipo di riviste e quotidiani consultabili immediatamente; in più ci sono un motore di ricerca, un dizionario e un altoparlante. Inoltre con questo apparecchio si può sentire musica a piacere, scrivere email e bloggare. la cosa si infila nella tasca di un cappotto e porta il nome di Kindle, che in tedesco suona un po' come un vezzeggiativo per dire bambino. [...] Chi possiede un Kindle può leggere un nuovo bestseller per dieci anziché per diciotto dollari. Finora Amazon per ogni download doveva fornire agli editori circa la metà delle tasse di licenza. Ma, scusa, perché mai? Se il calcolo strategico del Kindle funziona, la multinazionale potrà rinunciare completamnete ai servizi degli editori, oppure imporre loro condizioni tali da farli impallidire. Un'altra probabilità è che contratti direttamente con gli autori e i loro agenti. Ma anche loro non si accontenteranno di un accordo che vuole chiaramente fargli le scarpe. Perché con il libro elettronico non vi sono più costi di produzione cartacea, né costi di stampa, rilegatura e immgazzinamento. Parimenti non si avrà più bisogno di rappresentanti commerciali e in questo modo svanirà la parte del leone dei proventi, quella della distribuzione. Naturalmente tutti gli aventi diritto insistono perché la percentuale sui compensi rimanga al 12-15%, così da mettersi in tasca la differenza. Se riusciranno a imporsi, è ancora da vedere. Ma aldilà di queste guerre percentuali si pone un altro problema, ovvero se i diritti d'autore, un'idea che non ha nemmeno duecento anni, riusciranno a sopravvivere all'epoca elettronica. Le giovani generazioni sanno che i vestiti, gli hamburger e gli spinelli di solito non sono gratis, eppure non riescono a capire perché mai si debba pagare per le canzoni, le riviste oppure i libri (in questo la loro opinione è rafforzata da molti studiosi delle comunicazioni che però rinuncerebbero malvolentieri ai compensi e alle pensioni loro). E tuttavia queste considerazioni poco importano al consumatore, anzi, per meglio dire, all'utente. Egli piuttosto ha da rimproverare al suo Kindle ben altri difettucci. Forse non gli piacciono i tasti minuscoli, adatti solo per dei lillipuziani, forse lo disturbano i vistosi buchi tra le righe, o i numeri di pagina che non si trovano, oppure ancora la mancanza di funzioni come pagina su, pagina giù, scorrimento e indietro, alel quali il suo computer casalingo lo ha abituato. Ma questi sono difetti e iniziali e di certo le prossime versioni della scatola magica ci renderanno felici. Che bello non doversi più portare in spiaggia o sul campo da golf pesanti dizionari, edizioni complete poco maneggevoli o romanzi in più tomi! E com'era difficile poi sapersi orientare in una libreria! Ora tutto questo non è più necessario, perché Amazon sa cosa ci serve. Ormai possiamo anche rinunciare alle librerie che tanto spazio occupavano sui muri, e al loro posto piazzare uno schermo piatto da 42 pollici o una di quelle gigantesche opere d'arte della collezione Art-Basel. Lamentarsi sullo stato delle cose sarebbe inutile. E tuttavia, per finire, ci permettiamo di menzionare alcune minuzie. Ovvero che il libro come sistema operativo è imbattibile. Non ha bisogno di batterie, né di antenne. Si può sfogliare, regalare, buttare. Non dipende da alcun monopolista. Il suo sistema operativo dura per secoli e non invecchia nel giro di un decennio. I libri si possono toccare e prenderli in mano dà una sensazione piacevole. Noi chiediamo indulgenza per quel lettore che ancora si ostina a trovarli di granlunga migliori rispetto a una scatoletta di plastica." (da Hans Magnus Enzensberger, La scatola mangialibri, "Il Sole 24 Ore Domenica", 10/05/'09)

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