venerdì 12 dicembre 2008

Storia dei diritti umani di Marcello Flores


"Il tentativo di Cesare Beccaria di separare definitivamente il delitto e la sua punizione dall'idea di peccato e di un asua espiazione rimane tra i momenti più significativi della volontà degli illuministi di trasformare la realtà politica e sociale, di tradurre in riforme concrete le idee, i valori e i principi per i quali essi si battono in tutta Europa contro il conservatorismo della nobiltà e dei suoi privilegi e l'oscurantismo di una Chiesa che vede messo in discussione il suo primato ideologico e morale. Non è un caso, del resto, che siano proprio queste forze le più ostili alla diffusione del libretto di Beccaria e alla realizzazione delle sue proposte. Se il linguaggio dei diritti conosce una crescente affermazione nella seconda metà del Settecento, il grande merito va all'Illuminismo, che favorisce una visione storicizzata dell'uomo e della sua natura da una parte e dei diritti e delle sue formulazioni dall'altra. L'uomo, sottratto alla filiazione divina, viene inserito all'interno del mondo naturale, capace di costruire la propria cultura e la propria storia. Approfondendo i risultati raggiunti nel XVII secolo dal giusnaturalismo e dalla costruzione dello Stato moderno, l'Illuminismo accentua l'idea dell'uomo come soggetto di diritti, cercando di porre fine alla teoria del diritto divino dei sovrani e della ragion di stato come prevalenti sulle 'ragioni' e i diritti dei cittadini. Il lungo cammino verso la libertà di coscienza, iniziato con la battaglia per la tolleranza religiosa, trova nell'Illuminismo di Voltaire una nuova tappa significativa: non solo perché la tolleranza viene adesso indicata come base di tutti i diritti umani, ma perché è la separazione della sfera politica da quella religiosa a rappresentare al contempo il requisito della pace e del progresso. La libertà di opinione e di espressione diventa la concretizzazione del più generale e astratto principio di libertà: il riconoscimento delle diversità individuali. Ma la libertà dei singoli, che garantisce il passaggio dall'essere sudditi al diventare cittadini, deve trovare attuazione anche nella sfera pubblica. 'L'esercizio della libertà è dunque limitato dall'esigenza dell'universalità e il sacro, che ha lasciato i dogmi e le reliquie, si incatena ormai in questi 'diritti dell'uomo' nuovamente riconosciuti ... La richiesta di uguaglinaza deriva dall'universalità'. (...) Le idee dei philosophes, del resto, si inserivano in un dibattito scientifico che aveva avuto in Linneo (il suo Sistema naturae è del 1735) e in Buffon (la cui Histoire naturelle appare in 36 volumi tra il 1749 e il 1789) due protagonisti della classificazione dell'uomo all'interno della dimensione naturale e di storicizzazione della natura stessa. I loro risultati avevano contribuito notevolmente all'espulsione del divino e del metafisico dall'orizzonte della riflessione sul'umanità, sulla dignità della persona e sui diritti dell'uomo e del cittadino." (da Marcello Flores, Grazie all'Illuminismo, "Il Sole 24 Ore Domenica", 07/12/'08; brano tratto da Storia dei diritti umani, Il Mulino)

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