giovedì 17 aprile 2008

Festival della Filosofia di Roma


Si apre oggi il Festival della filosofia di Roma.
"Nel Sessantotto una delle frasi più famose apparse sui muri di Parigi fu: 'Le strutture non camminano per strada!', espressione che non giustifica le grandi dimostrazioni di studenti e di lavoratori del Sessantotto in termini di strutturalismo (il che chiarisce perché alcuni storici arrivino addirittura a considerare il 1968 come lo spartiacque tra lo strutturalismo e il post-strutturalismo, che fu - così si dice - molto più dinamico e incline a interventi di politica attiva). La risposta di Jacques Lacan fu che nel 1968 in verità era accaduto proprio questo: 'Le strutture scesero in strada davvero'. I palesi eventi esplosivi furono in defintiva l'esito di uno squilibrio strutturale; per dirla con le parole di Lacan furono l'esito del passaggio dal discorso del Padrone al discorso dell'Università. In che cosa consiste di preciso questo passaggio? The New Spirit of Capitalism di Boltanski e Chiapello lo esamina in dettaglio, con particolare attenzione alla Francia. Abbracciando il metodo weberiano, il libro distingue tre 'spiriti' consecutivi del capitalismo: il primo spirito del capitalismo, imprenditoriale, durò fino alla Grande Depressione degli anni Trenta; il secondo spirito del capitalismo prese a proprio ideale non l'imprenditore bensì il dirigente stipendiato di una grande azienda. Dagli anni Settanta in poi, invece, andò emergendo una nuova figura di 'spirito del capitalismo': il capitalismo abbandonò la struttura gerarchica di stampo fordista del processo di produzione e sviluppò una forma di organizzazione basata su una struttura a rete che si reggeva sull'iniziativa e l'autonomia del lavoratore dipendente su posto di lavoro. Invece di una catena di comando centralizzata e gerarchica, si diffusero strutture a rete formate da una moltitudine di partecipanti, che organizzavano il lavoro sotto forma di team o di progetti, mirando a soddisfare la clientela, e vi fu una generale mobilitazione dei lavoratori grazie alla visione del loro leader. In questo modo il capitalismo si è trasformato e legittimato come un progetto egalitario: per mezzo di un'accresciuta interazione autopoietica e di un'auto-organizzazione spontanea, arrivò perfino a usurpare il linguaggio dell'estrema Sinistra dell'auto-gestione dei lavoratori e da slogan anticapitalista che era, ne fece uno slogan capitalista. Un'intera sequenza di eventi storico-ideologici andò così creandosi, nella quale il Socialismo appare conservatore, gerarchico, amministrativo, tanto che la lezione del Sessantotto è 'Good-bye, MrSocialism', e la vera rivoluzione è quella del capitalismo digitale. Questo capitalismo è la logica conseguenza, la 'verità' della rivoluzione del 1968. Le proteste anticapitaliste degli anni Sessanta integrarono la critica consueta dello sfruttamento socioeconomico con argomenti di critica culturale: l'alienazione della vita di tutti i giorni, la mercificazione dei beni di consumo, la mancanza di autenticità di una società di massa nella quale 'si indossano maschere' e si subiscono oppressioni sessuali e di altra natura. Il nuovo spirito del capitalismo in modo trionfante recuperò la retorica egalitaria e antigerarchica del 1968, presentandosi come una rivolta libertaria di successo contro le organizzazioni sociali oppressive del capitalismo delle corporation e anche contro il socialismo 'reale, esistente': questo nuovo spirito libertario è incarnato dai capitalisti 'disinvolti', vestiti alla buona, come Bill Gates e i fondatori del gelato 'Ben and Jerry'. [...] Ma il passaggio a un altro spirito del capitalismo fu davvero tutto ciò accadde negli eventi del '68, così che tutto l'euforico entusiasmo per la libertà in realtà non fu altro che un mezzo per sostituire una forma di dominio con un'altra? Ricordiamo le parole di sfida lanciate da Lacan agli studenti: 'Come rivoluzionari, voi siete dei pazzi che chiedono un nuovo padrone. E lo avrete'. Pur avendo ragione, il Sessantotto fu un evento unico oppure fu uno strappo, e anche ambiguo, nel corso del quale varie tendenze politiche lottarono tra loro per l'egemonia? Ciò spiegherebbe il fatto che mentre l'ideologia egemonica si appropriò magnificamente del Sessantotto come di un'esplosione della libertà sessuale e della creatività anti-gerarchica, Nicholas Sarkozy ha detto nella sua campagna elettorale del 2007 che suo compito è quello di far finalmente superare alla Francia il Sessantotto. [...]" (da Slavoj Zizek, '68 a ciascuno il suo, "La Repubblica", 17/04/'08; dall'intervento di Zizek al Festival della filosofia di Roma)

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