lunedì 21 febbraio 2011

Viaggio tra i capolavori della letteratura italiana, Francesco De Sanctis e l'Unità d'Italia



"Il testo più importante della nostra letteratura, la Commedia di Dante, ci è tramandato da copie di copie e non possediamo una sola riga autografa di colui che viene considerato il padre della lingua italiana. Se l'autografo della Commedia è il santo Graal di ogni studioso, sono in realtà molti gli originali dei capolavori della nostra letteratura di cui si sono perse le tracce. L'autografo del Principe, per esempio, andò presto perduto; una perdita sciagurata, se si pensa che di mano di Niccolò Machiavelli abbiamo centinaia di scritti di cancelleria, lettere, e anche qualche opera letteraria minore.
L'importanza di simili materiali è evidente. Le carte di un autore sono, in tutto e per tutto, ciò che resta del suo laboratorio. Non si tratta di feticismo o di manie da collezionisti. Ma della possibilità di vedere da vicino la nascita della letteratura. Per questo, almeno a partire dalla fine dell'Ottocento, gli studiosi si sono impegnati a cercare quante più testimonianze possibili. E l'esperienza ha mostrato che non si trattava solo di trovare ma spesso anche di riconoscere. Quello che oggi sappiamo essere l'autografo del Decameron di Giovanni Boccaccio è stato, fino agli anni Sessanta, uno dei tanti manoscritti che tramandavano l'opera. Solo attraverso confronti e verifiche, è stato stabilito che a scriverlo era stato lo stesso Boccaccio, ormai settantenne.
La mostra che apre da martedì alle Scuderie del Quirinale – organizzata dalla Fondazione De Sanctis, presieduta da Francesco De Sanctis Jr e curata da Giorgio Ficara, Louis Godart e Luca Marcozzi – permetterà di ammirare alcuni tra gli autografi più importanti della nostra letteratura. E lo farà con una guida d'eccezione: l'autografo della classica Storia della letteratura italiana scritta da Francesco De Sanctis poco dopo l'Unità d'Italia. Da Berlino è stato fatto arrivare proprio l'autografo del Decameron; da Ferrara, alcune carte dell'Orlando furioso di Ariosto; da Napoli, la Gerusalemme conquistata di Tasso. Ci saranno anche gli autografi dei Promessi sposi, di solito conservati alla Biblioteca Braidense di Milano. Davvero vale la pena di andare: non capita tutti i giorni di poter leggere i classici come li leggevano coloro che li hanno scritti." (da Matteo Motolese, Caro autore ci faccia (vedere) l'autografo, "Il Sole 24 Ore Domenica", 20/02/'11)

Autografi dei letterati italiani (Salerno)

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