lunedì 28 febbraio 2011

Orecchio acerbo


"C'è chi dice che la casa editrice Orecchio acerbo (il nome viene da un verso di Rodari) ideata e diretta da Fausta Orecchio e da Simone Tonucci sia la migliore d'Italia, quanto a progetto grafico e a qualità dei libri ma anche per l'originalità di un'impostazione attualissima che, si potrebbe dire, sta a cavallo tra libri per ragazzi e libri d'arte. In essi testo e immagini riescono sempre a fondersi perfettamente grazie all'intelligente scelta dell'abbinamento di scrittore e illustratore e all'interesse dei temi affrontati. La critica avanzata da alcuni "esperti" dell'editoria per l'infanzia e la pubertà è che spesso questi libri sembrano parlar meglio agli adulti, che la loro bellezza li rende preziosi come oggetti ma poco adatti ai ragazzi; si tratta però di critiche da invidia più che di constatazioni convincenti: primo, perché non si capisce perché ai ragazzi si debbano dare libri sciatti sotto ogni riguardo e non libri belli in ogni senso, e: secondo, perché i libri belli lo sono quasi sempre per più età. Pinocchio, L'isola del tesoro o Huckleberry Finn sono soltanto libri per ragazzi?
Un merito di questa casa editrice sta proprio, nell'attenzione alla grafica, e alla perfezione della messa in pagina e della stampa, nell'esplorazione del mondo dei creatori odierni di immagini, fumettisti e illustratori di talento di più nazioni ma principalmente italiani, e sia già noti che esordienti o quasi. Ora, forte delle affermazioni raggiunte, Fausta Orecchio ha iniziato a esplorare una nuova zona d'intervento, quella del libro per la prima infanzia, per i bambini che cominciano a leggere, o sanno leggere da poco, e ovviamente per gli adulti che amano dedicare tempo e attenzione ai loro bambini o ai bambini altrui, trovando piacere dal dovere e viceversa.
I libri "Toon" di Orecchio acerbo sono albi in formato 23 per 16 che vengono a coprire un spazio lasciato spesso a prodotti superficiali, poco pensati e poco inventivi, poco stimolanti per il pubblico cui si rivolgono. Ma si sa, il mercato delle cose per l'infanzia è molto florido, e non trascura nessuna occasione di rapido guadagno. (Un'eccezione in Italia è certamente stata la serie della Pimpa di Altan, creata per sua figlia e proseguita per sua nipote.) I primi due "Toon" sono Topo Lino si prepara di Jeff Smith, testo e illustrazioni per i più piccini, che narra l'impresa di un topolino che "si prepara" per seguire mamma e fratelli in un granaio, vestendosi con molta fatica ma salvo poi scoprire che i topi non hanno bisogno di vestiti (l'autore pensa alla fatica dei bambini per imparare a mettersi le scarpe o ad abbottonarsi i pantaloni eccetera) e Jack e la scatola di Art Spiegelman, quello di Maus, su un bambino cui i genitori regalano una scatola che contiene un misirizzi buontempone, buffo bizzarro provocatorio, e soprattutto sempre allegro.
Le immagini di Smith sono più nette e chiare, quelle di Spiegelman più complesse e varie, per parlare a bambini già un po' più grandicelli. E più grandi ancora (sette-otto anni, direi) sono i bambini cui ha pensato Joann Sfar, già autore della bellissima serie "adulta" del Gatto del rabbino che ha trionfato in Francia e altrove. Con Il signor Coccodrillo ha molta fame, il formato si fa da orizzontale verticale e il testo è di complemento adeguato alla disordinata vivacità delle immagini, nervose e scattanti. Vi si narra di un coccodrillo stanco della giungla, dove gli è sempre più difficile nutrirsi, che si trasferisce in città e vi conosce una ragazzina con la quale intreccia un dialogo esemplare, in cui i due si educano a vicenda prima che intervengano nell'azione dei simpatici galeotti e una giovane alcolica, ma è piuttosto lui a erudire la bambina sulla realtà dell'esistenza e la sua nascosta brutalità: "La sola differenza tra la mia giungla e il tuo supermercato è che qui pagate della gente per ammazzare al posto vostro."
Utopia darwiniana (o memento) quella di Sfar, che parte dalla constatazione che la vita è violenza e "l'umano" c'è dentro fino al collo.
Come si vede, non si tirano indietro di fronte ai problemi di una contemporaneità disastrata né Joann Sfar né Fausta Orecchio. La quale, pronta a proporre libri ai "grandi" del nostro fumetto e della nostra illustrazione, li invita però a misurarsi con il pubblico dei bambini, e cioè ad assumersi una responsabilità anche "pedagogica". Ha scritto, per presentare la nuova collana, che "scrivere e disegnare per i bambini vuol dire assumersi una responsabilità e al tempo stesso scoprirsi, con umiltà e autenticità. Lasciare da parte la vanità, la ‘bella scrittura' e il ‘bel disegno' fini a se stessi, a cui i più piccoli non sono affatto interessati." E cita Singer, grande anche come autore di libri per l'infanzia, che saggiamente constatava: "I bambini leggono i libri, non le recensioni. Non gliene importa un fico secco dei critici. Quando un libro è noioso, sbadigliano apertamente senza vergogna o paura dell'autorità." (da Goffredo Fofi, Orecchio fino per vignette d'arte, "Il Sole 24 Ore Domenica", 27/02/'11)

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