venerdì 10 dicembre 2010

Preferisco leggere


Preferisco leggere di Patriza Traverso (TEA)

"Ci sono tanti modi per leggere. Sotto il solleone con i piedi a bagno, dal parrucchiere, su uno spuntone di scoglio. E ci sono molti motivi per farlo. «Per legittima difesa», come dice Woody Allen, o per viaggiare «in altri Paesi e in altri secoli» (Marguerite Yourcenar). Patrizia Traverso, specialista in fotoparole, dopo aver fatto parlare il vento e la sabbia, punta il suo obiettivo su uno dei momenti più intimi della vita delle persone: la lettura. Come sempre nei libri della fotografa genovese, le immagini sono accompagnate da citazioni e a ogni pagina l'emozione cambia. Traverso riesce a cogliere i momenti magici della lettura incorniciandoli in riva al mare o in contesti urbani e familiari. Mettendo al centro, ovviamente, il libro. Quell'oggetto che «all'infuori del cane è il migliore amico dell'uomo». Parola di Groucho Marx.
Come ha fatto a cogliere momenti così intimi delle persone?
«Non è stato facile. La lettura è un'esperienza intensa, che non prevede intrusioni. Non potendo fotografare solo libri ho dovuto affrontare il ritratto, che è di per sé un'invasione. Ho cercato di avvicinarmi con molta discrezione».
«L'età del libro è quasi alla fine» scrive George Steiner e lei fotografa un uomo che legge in piedi su un iPad. Pensa che Steiner abbia ragione?
«Penso che nulla potrà cambiare il rapporto tra lettore e libro, nessuna rivoluzione tecnologica potrà alterare quell'equilibrio. Ma i nuovi strumenti stanno cambiando fisicamente il modo di leggere. Parlo di posizioni. Per esempio, con l'iPad non è più indispensabile cercare una fonte di luce. Ho notato poi che i bambini e le donne leggono in modo diverso. I primi sono più spontanei, le seconde quasi scomposte, forse perché anche loro sono spontanee».
Per le sue fotoparole parte dalla fotografia o dalla citazione?
«Dipende. Certamente cerco sempre di mettere insieme citazioni non fini a se stesse oppure complementi indispensabili all'immagine. Cerco di tessere una storia, un racconto che si intrecci con le immagini. Le parole sono parte integrante del libro. Per questo mi considero più un'assemblatrice che una fotografa. Non seguo molto la tecnica, mi guidano l'istinto, la pancia»." (da Brunella Schisa, Se l'obiettivo è sensibile, la pagina è magica, "Il Venerdì di Repubblica", 10/12/'10)

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