mercoledì 22 dicembre 2010

Hoepli, una dinastia da manuale


"Capelli a spazzola, pizzetto, occhiali rotondi che incorniciano uno sguardo severo. Il ritratto di Ulrico primo, 'l'ardito e avveduto' capostipite, che sorveglia l'ufficio di Ulrico (Carlo) quarto, l'attuale presidente, è il simbolo di una longevità aziendale e dinastica da Guinness dei primati. Ulrico Carlo, classe 1935, Hoepli di quarta generazione, festeggia in questi giorni con i tre figli che lavorano al suo fianco, con gli otto nipoti che sta già allendando alla successione e con i centodieci fedelissimi dipendenti, i primi, formidabili 140 anni della libreria e casa editrice di famiglia.
La libreria è una delle più grandi d'Europa: sei piani nel cuore nobile di Milano, tra la Scala e il Duomo, 2500 clienti al giorno tra gli scaffali più altri 75 mila che quitidianamente la visitano (e fanno acquisti) online. La casa editrice licenzia 120 novità l'anno (300 volumi con le ristampe) e celebra l'anniversario con un'edizione speciale del Catalogo Generale (introdotta da Enrico Decleva) che non è soltanto un fitto elenco di autori e titoli (1600), ma anche un capitolo della cultura italiana.
Dottor Hoepli, da dove parte la vostra avventura? 'Da un villaggio della Svizzera tedesca: Tuttwil, nel cantone di Turgovia. Qui nasce Ulrico, nel 1847. I genitori sono contadini, ma a lui piacciono i libri. A quindici anni lascia il paese e va a fare il commesso in una libreria di Zurigo. proseguirà l'apprendistato a magonza, Trieste, Breslavia, perfino al Cairo. Finché, a ventitré anni, si sentirà pronto per mettersi in proprio'.
A Milano come arriva? 'Legge su una rivista che c'è una libreria in vendit. La acquista per corrispondenza, al prezzo di 16 mila lireprestate dai fratelli. E il 7 dicembre del 1870 sbarca in città per prenderne possesso. L'ha scelta perché è dotata di legatoria. Presto infatti diventa anche editore'.
Il primo libro che pubblica? 'Una grammatica francese, nel 1871. E quattro anni dopo, con il Manuale del tintore del chimico svizzero Robert Lepetit, inaugura la nostra collana più importante e fortunata'.
Un'importanza 'sfuggita troppo spesso all'attenzione della classe dei colti', ha notato Tullio De Mauro. 'Un'esperienza unica, una novità rivoluzionaria. A cominciare dal nome, che Ulrico tradusse alla sua maniera dall'inglese Handbook. I manuali Hoepli svecchiarono la cultura italiana elitaria essenzialmente umanistica, nel segno della scienza e della tecnica. Rappresentarono un'enciclopedia permanente per la formazione di un Paese che da agricolo diventava industriale. Nascevano nuovi mestieri e professioni che avevano bisogno di strumenti di formazione a buon prezzo, facilmente accessibili ma completi. I nostri manuali furono innovativi in tutto, anche dal punto di vista grafico e linguistico'.
Cosa resta oggi di quella intuizione? 'Una strategia editoriale ancora essenzialmente legata alla scienza, alla tecnologia, alla formazione. Che oggi significa, per esempio, pubblicare i manuali di informatica, marketing, management. O anche Il Cinese per gli italiani. Eravamo e restiamo editori di una nicchia specializzata. Senza la meraviglia, ma anche senza il pericolo, dei bestseller. Preferiamo i longseller: libri eterni, che vendono poco ma vendono sempre'. [...]
La storia della Hoepli non è stata solo una bella favola. Le bombe della Seconda guerra mondiale distrussero la vecchia sede, e con essa il 90% dei volumi in magazzino. 'Allora fu decisivo mio padre, che contro il parere di tutta la famiglia acuistò il terreno in questa zona, oggi elegante, ma allora malfamata. Quartiere di scaricatori e prostitute, si diceva. Ma lui tenne duro, e affidò a due grandi architetti razionalisti, Figini e Pollini, il progetto di questo palazzo che ha resistito al tempo e funziona ancora benissimo'.
Un'altra, più straziante tragedia l'ha raccontata Alina Marazzi nel film Un'ora sola ti vorrei, dedicato alla mamma suicida. L'infelice Liseli era sua sorella. Alina è sua nipote. E c'era suo padre dietro la cinepresa a girare quelle immagini private diventate pubbliche in un film che immagino vi abbia scosso. 'Non me. Ogni volta che lo rivedo mi commuovo. E' un film importante, vero, solido, bellissimo. Alza il velo di verità dolorosa ma necessaria, ricostruisce un mattone della nostra storia. Alina è una di noi'.
Centoquarant'anni dopo, qual è la morale della storia Hoepli? 'Una famiglia capace di restare unita, nonostante le diverse opinioni, intorno a un leader forte. la fedeltà alla doppia vocazione editoriale e libraria. La coerenza nelle scelte culturali. E un po' di fortuna'.
I suoi nipoti venderanno ancora libri di carta? 'Magari un po' meno, ma credo proprio di sì. Avere un libro tra le mani, toccarlo, sfogliarlo, diventare suo complice. Me lo insegnava mio padre, e io cerco di trasmetterlo a loro. E' un piacere che nessun libro elettronico potrà mai sostituire'." (da Armando Besio, Hoepli, una dinastia da manuale, "La Repubblica", 22/12/'10)

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