venerdì 6 marzo 2009

Tre storie di ragazzi alla deriva


"Ha sedici anni, sua madre è scappata con un benzinaio, suo padre è un alcolista, sua sorella una cattolica fervente. Oppure. Ha sedici anni e il giorno del suo compleanno scompare con il portatile nello zaino. Oppure ancora. Ha vent´anni, e si uccide sugli scogli di Napoli insieme al fidanzato tunisino. Tre diverse adolescenze in tre romanzi fra loro lontani per stile e linguaggio, ma decisamente simili per la tematica scelta: Mia sorella è una foca monaca, di Christian Frascella (Fazi), Sweet Sixteen, di Birgit Vanderbeke (Del Vecchio) e Quelle stanze piene di vento di Francesca Di Martino (Einaudi). Tratti comuni: nessuna strizzata d´occhio agli adolescenti da best seller. Nessuna concessione al romanticismo di maniera. Nessuna indulgenza, infine: le tre storie trovano il loro centro nel momento esatto in cui si concepisce il sogno di onnipotenza che alla giovinezza viene associato. In due casi su tre, quel sogno si infrange subito. Il protagonista di Mia sorella è una foca monaca, per esempio, ha avuto sedici anni nel 1989: guarda alla televisione le immagini del muro di Berlino che viene smantellato e non capisce. Non pensa e non sogna in grande: vive nell´hinterland torinese assieme a un padre amante della birra e svelto di cinghia. Pestato e umiliato da un compagno di scuola, si sente come il pugile Oscar Moya che sceglie di non infierire sugli avversari. Sdegnato dalle ragazze - e mandato letteralmente al tappeto da un pugno dell´unica donna di cui si innamora - , è certo di possedere una carica erotica che le annichilisce. Assunto in prova come apprendista in una fabbrica, distribuisce bugie agli altri aspiranti operai, fingendosi d volta in volta una stella nascente del calcio o dichiarandosi convinto fascista quando si tratta di conquistare la benevolenza del capo, fanatico mussoliniano. L´adolescente di Frascella è la stralunata incarnazione di tutto quel che c´è di tragico nella giovinezza: che è destinata a perdere. In quel 1989 che vede il protagonista di Frascella attonito davanti al crollo del Muro, Birgit Vanderbeke scrisse un piccolo libro di culto, La cena delle cozze (vincitore del premio Bachmann). Quel romanzo finiva in rivolta: esattamente come Sweet sixteen. Ma quest´ultima è una rivolta singolare: il giorno del loro sedicesimo compleanno, ragazzi e ragazze di ogni estrazione sociale scompaiono. Non lasciano messaggi, non manifestano segni di depressione, mangiano con gusto gli orsetti di gelatina che i genitori hanno preparato per loro, aprono con gioia i regali. E poi si dissolvono. Gli adulti non capiscono, naturalmente, e si interrogano: specie l´io narrante, un cinquantenne che lavora in un´agenzia di ricerche sulle tendenze giovanili e che usa come cavia Josha, il fratello quasi-sedicenne di una sua collega. Senza però riuscire a superare l´enigma di un taglio di capelli, di un software, di un manga, di un blog, di un paio di pantaloni a vita bassa. Si convocano esperti, si batte ogni strada, fino all´appello del governo a reti unificate. Ma i giovani non tornano più. Non tornano neanche Alì e Teresella, i due innamorati suicidi del libro di Francesca Di Martino: che ugualmente prende le mosse dalla totale incomprensione adulta. 'Dietro di loro non c´è niente, e il mondo è nato con loro', dice, con insofferenza, una collega della protagonista, una professoressa in pensione che decide di scrivere un saggio sugli adolescenti. Anzi: sulla proiezione che i giovani hanno di sé nel futuro. Raccogliendo dati, incappa in un trafiletto sul suicidio dei due innamorati. Parte per Napoli. Conoscerà le loro famiglie. Conoscerà i segreti che sono dietro quella morte. E conoscerà, attraverso il suo diario, la scelta di Teresella. Sparire, appunto. Perché l´idea che i tre libri restituiscono, dell´adolescenza, è quella di figure in corsa: verso il futuro, verso il nulla. Verso un mondo che potrebbe domarli: o che potrebbero, infine, piegare ai loro sogni. L´ultima immagine di Sweet Sixteen è quella di un gruppo di pinguini che si gira verso il mare. Poi, arriva l´onda." (da Loredana Lipperini, Tutti in corsa verso un futuro che non c’è. Tre storie di ragazzi alla deriva, "La Repubblica", 05/03/'09)

Nessun commento: