martedì 20 marzo 2012

Profondo rosa


"C'e' una certa apprensione nel debilitato universo dei libri: si annuncia infatti per giugno una nuova tenzone libresca che già si chiama, fosse neanche un film, la guerra dei Rosa. Infatti, dopo almeno tre decenni di volontario e superbo esilio, il potente esercito del Rosa Rosa, rappresentato in Italia dalle edizioni Arlequin Mondadori, che impera in nascosto trionfo in edicole, supermercati, direct marketing, vendite online, ed è in Italia il secondo produttore di e-book, ha deciso finalmente di uscire dal suo soffice e ricco ghetto e di invadere le un tempo aristocratiche librerie, del resto da qualche anno già appesantite (o alleggerite?) da un altro Rosa, un Rosa non poi tanto occulto, in ogni caso ritenuto degno di affiancare Jane Austen e Charles Dickens, Jonathan Franzen e Wislawa Szymborska, grandi autori letterari, di cui sino ad ora, per venerazione o semplice pigrizia, ci si era rifiutati di valutare la meravigliosa, suprema vena Rosa.
Ma intanto tutti, o quasi tutti gli editori, constatato che il lettore anche se infrequente, è soprattutto donna, quindi facile preda di qualsiasi storia dove una ragazza meglio se matura e bruttina trova l'amore, hanno cominciato a invadere il mercato di varie sfumature di Rosa, dall'esangue allo shocking: ma sempre con la scusa della buona letteratura cosiddetta di intrattenimento. Quindi il Rosa camuffato da Giallo, da Fantasy, da Fantascienza, da Poesia, da Classico, da Inchiesta, da Grande Storia, da Biografia e Autobiografia, da Politica e Sociologia, inventando persino il Rosa Bellico, il Rosa islamico, il Rosa Geisha, il Rosa Avventura, il Rosa Comico, il Rosa Porno e finalmente, il Rosa Gay. Le classifiche dei libri più venduti sono diventate sempre più Rosa e per settimane e settimane sono stati ai primi posti romanzi in grado di provocare molta puzza sotto il naso al lettore maschio e sofisticato, ma anche con un po' di ipocrisia, alla lettrice femmina e smaliziata e persino ai non lettori eppur presuntuosi ambosessi. E per esempio è tuttora fervidamente acquistato Amore zucchero e cannella (per ora 125 mila copie, dell'inglese Amy Bratley, Newton Compton): che così eccita la passione delle lettrici in cerca di oblio domestico: «C' è un solo rimedio per alleviare le pene d'amore. I buoni vecchi consigli della nonna».
Mentre per mesi e mesi ha stravinto Un regalo da Tiffany, (280 mila copie, dell'irlandese Melissa Hill) e pure Un diamante da Tiffany (114 mila copie di altra autrice, Karen Swan, ma dello stesso fortunato editore, Newton Compton). Il primo definito in copertina, con un certo disordine lessicale, «Ammaliante come uno Chanel n. 5, divertente come Sophie Kinsella, affascinante come Audrey Hepburn. Sfogliate le prime pagine, farete invidia a tutti». Boh! I possibili recensori, sempre donna, di romanzi di questo tipo impilati nelle librerie più prestigiose, scritti da donne, per donne, vengono settimanalmente sommersi da una tal massa di letteratura che anziché Rosa viene definita dagli editori Divertente o Romantica, da costringerli ad avviarsi verso l'odio per le donne, oltre che per l'Amore.
Perché bisogna avere il coraggio di essere snob e dire che questi romanzi sono più o meno tutti uguali, e non lasciano tracce non si dice letterarie, ma neppure umane, scritti o tradotti con distratta frettolosità, anche se pare proprio questo il loro immutabile fascino sin dai tempi dell'archeologia Rosa. Quando generazioni di donne in grado di leggere si innamorarono di Rina o l'angelo delle Alpi (1877, Carolina Invernizio), di Schiava o regina? (1910, di Jeanne-Marie e Frédéric Petitjean, fratello e sorella che si firmavano Delly), sino a Signorsì (1931, prima opera della modernissima signora Amalia Liana Cambiasi Negretti Odescalchi, detta Liala, la più amata e aristocratica delle scrittrici marchiate Rosa). Il fatto è che la vita delle donne che allora lacrimavano su quei romanzi, è passata attraverso impressionanti rivoluzioni sociali, economiche, personali. Siamo a "Se non ora quando" eppure eccoci ancora, a migliaia, tuttora lacrimanti su un luminoso finale come quello di Amore zucchero e cannella: quando Lei finalmente si siede accanto a Lui, si appoggia alla sua spalla e ... «Poi quello che avevo sperato accadesse, accadde». Certo come romantiche lettrici magari siamo contente, ma come donne responsabili proprio no, ma come, siamo ancora qui con la vita più o meno a pezzi a consolarci per una scema che facendo da mangiare e tornando al ricamo vince che cosa? Un uomo!! Per carità, si dovrebbe pensare se milioni di donne nel mondo non fossero inguaribilmente fregate da quel Rosa, balsamico e anestetico, che riesce a lenire le falle della vita e a far sopportare villanzoni e noiosi reali. O invece no, non li fa sopportare, ma è comunque al Rosa che in questo caso ci si appoggia per rivalsae consolazione; perché, dopo averle fatte molto soffrire (l'uomo Rosa si sa, ama virilmente quindi crudelmente), gli amanti diventano come ci si ostina a pretendere almeno nel Rosa, e si vorrebbe, invano, nella realtà: Innamorati per Sempre, e in che vita dorata!, senza fregature e delusioni. Negli Stati Uniti il Rosa è da sempre ospite delle librerie anche più raffinate e in questi tempi difficili anche là, è stato divorato più che mai dal suo fedele popolo femminile, sia giovane che senile. Esiste una potente associazione americana di Scrittrici di Rosa dette Romance Writers, che maneggiano con spietata competenza l'industria del Rosa, e offrono dati terrorizzanti: nel 2010 le storie d'amore con obbligatorio lieto fine (matrimonio o comunque cattura di maschio dopo infiniti ostacoli) hanno rappresentato il 13,4% del mercato librario, cioè la parte più consistente, con un fatturato di 1.358 miliardi di dollari, seguite a distanza siderale dalla fiction a sfondo religioso (759 milioni) dai mystery (682), dalla fantascienza (559) e infine dalla letteratura cosiddetta classica cioè di un certo livello (455). Sempre nel 2010, negli Stati Uniti, sono stati pubblicati 8.240 nuovi titoli Rosa: 74,8 milioni di americane leggono almeno un Rosa l'anno. Varrà la pena, se uno vuol far soldi, star lì a soffrire per scrivere il grande libro, il capolavoro dell'anno, il romanzo che la critica approverà, arrivando l'autore alla massima consacrazione italiana, essere ospite addirittura di Che tempo che fa? Sudando sulla propria creatività, sarà difficile non invidiare l'americana Nora Roberts, autrice del Rosa più fortunato, (passato da Harmony ad editori più eterogenei), autrice di più di 150 titoli, 800 settimane di seguito nella lista dei bestseller del NYT, venduti in 35 paesi per 280 milioni di copie. Dipende dal peso della propria ambizione, e naturalmente dalla piattezza di un mercato come quello italiano, dove oggi dilaga inarrestabile la Cucina, nuovo Rosa Culinario, con certe dive del ramo agganciate dagli editori con anticipi milionari. In Italia il monopolio del vero Rosa ce l'ha Harmony, brand della canadese Harlequin consociata con Mondadori, che ha da poco compiuto 30 anni: un parco di 1200 scrittrici-lampo angloamericane le forniscono 600 titoli l'anno per più di 6 milioni di copie, divisi in ben 25 collane, tipo Amore, Passione, Paranormal, Destiny, History. Gran successo con gli ebook essendo le attuali lettrici romantiche ma anche tecnologiche e veloci: a leggere un Harmony impiegano in media due ore, tanto è il loro effetto psicofarmacologico. Essendo ripreso il nervosismo delle donne e quindi la valanga di pubblicazioni di lamentele, rabbie, inchieste femministe come se ben poco fosse cambiato dagli anni '70 (titoli freschi in libreria Un gioco da ragazze di Marina Terragni e O i figli o il lavoro di Chiara Valentini) ci si chiede se poi le lettrici non siano le stesse, quelle che si specchiano in queste analisi approfondite della condizione femminile ancora oggi dissestata, per poi ubriacarsi un po' con Petali nel vento, La proposta del capo, Diamanti e desiderio. Ma il Rosa sta talmente trionfando in tempi in cui ogni telegiornale o notizia su carta o online è truce e menagramo, da dilagare ormai anche nei film che per questo vincono gli Oscar, mentre i funerali di celebrità risultano essere gli spettacoli più Rosa e applauditi, soprattutto se il defunto è gay: a confermare il trionfo del Rosa, il successo grandioso dei nuovi autori maschi, tipo Fabio Volo, anche con l'ultimo romanzo per signore e ragazze, Le prime luci del mattino." (da Natalia Aspesi, Profondo rosa, "La Repubblica", 18/03/'12)

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