Biblioteca civica "MINO MILANI" bibliogarlasco@yahoo.it tel. 0382/801009 "Le paradis, à n'en pas douter, n'est qu'une immense bibliothèque" (Gaston Bachelard) SELEZIONE DI ARTICOLI SULL'UNIVERSO-LIBRO
lunedì 26 marzo 2012
Per favore, dite e tutti cosa state leggendo
"Forse non c'è proprio nulla da fare. Nemmeno le crisi del cinema e della tv generalista, abbinate al mutato clima di montiana sobrietà, portano italiani verso il libro, anzi; né vale più la tradizionale consolazione del libro come prodotto anticiclico, che va bene quando il resto va male. Oggi il resto va male, il libro va malissimo. Quando si è alle prese con un'impasse italiana, per provare a uscirne è buona misura cercare l'elemento astratto in primo piano (ce n'è sempre almeno uno) e quello concreto nascosto (c'è sempre anche quello). L'elemento astratto qui sta nella liturgica esortazione alla lettura. «Italiani, leggete; leggete di più, e qualsiasi cosa: l'importante è leggere perché leggere vi rende migliori». Guai a specificare come, cosa, dove. La lettura è vista come la preghiera: un atto intimo o pia intenzione che (quando c'è la fede) trova il suo modo di funzionare da sé, e per via sovrannaturale. Cosa sia, di preciso, nessuno lo sa o lo dice: ma almeno come placebo, deve funzionare senz'altro. Lo dicono tutti! L'elemento concreto sarebbe invece il libro, che in Italia è perfettamente invisibile fuori dai luoghi in cui lo si vende o lo si promuove. Quando mai un personaggio pubblico è stato fotografato nell'atto di leggerne uno? Quando mai un presidente del Consiglio ha citato un libro, e magari non Pinocchio, Il piccolo Principe o la Bibbia? Non si parla di Berlusconi, che va beh; anche questi nostri raffinatissimi governanti attuali sembrano perpetuare l'equivoco della luce accesa a Palazzo Venezia sino a tardi, per provvedere a noi. Leggere è da fannulloni e bamboccioni. Bisogna averlo fatto a vent'anni. Finita la formazione, il lavoro non darà mai più modo di aprire un libro: purtroppo. Quanti rimpianti. Il bello è che tutti di libri ne scrivono, o almeno ne firmano; oppure li presentano, per esempio se l'autore è Bruno Vespa. Ma in quanto a leggere e servirsene, mistero. Cosa legge, il Capo? Non lo sappiamo del premier Monti, ma del mister Montella sappiamo che dava ai suoi giocatori L'alchimista di Paulo Coelho. È qualcosa. Ma Fornero? Marchionne? Marcegaglia, Squinzi, Camusso, Montezemolo, Confalonieri, Armani, Draghi, Fiorello, Passera, Bagnasco, Casini, Pausini, Manganelli (il capo della Polizia), Bertone, Mentana ...? Quando mai a uno degli uomini e o a una delle donne (ma sono quasi tutti uomini) più influenti d'Italia è scappato detto qualcosa di non banale o banalmente emozionale a proposito di un libro? La lettura è un'attitudine imitativa, si prende se si vede che gli altri ce l'hanno. Per questo, dire che leggere fa bene non serve a nulla, se nessuno ci ha mai visto farlo. Tullio De Mauro ha detto che il livello culturale di un italiano non è più (come era una volta) funzione del reddito della sua famiglia, ma del numero di libri presenti nella sua casa natale. Molti bambini leggono; poi già durante le elementari o le medie non vedono più alcun coetaneo o alcuna coetanea che legga per piacere e non per costrizione: allora, via i libri. A differenza di chi sta lavorando, telefonando o chiacchierando, chi legge può essere sempre interrotto: è così annoiato da aver addirittura voglia di leggere. Si leggeva in stazione: ora è impossibile, ci sono ovunque video pubblicitari fracassoni che impediscono di concentrarsi sia pure su Tex. A giudicare insomma da quanto si vede in Italia è chiaro che la lettura è un passatempo del tutto ozioso, adatto a quei pochi eccentrici a cui andare a scuola piaceva. Gli slogan possono esortare alla lettura, a parole: ma nei fatti la dichiarano vana e snob." (da Stefano Bartezzaghi, Per favore, dite e tutti cosa state leggendo, "La Repubblica", 24/03/'12)
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1 commento:
Nella scuola media statale dove lavoro in utilizzo come Bibliotecaria, da tre anni, la lettura dei ragazzi si e' dilatata enormemente..l'anno passato ho gestito 1440 prestiti su circa trecento alunni, il precedente circa un migliaio, e questo sara' ancora in crescita...se vi e' Spazio apposito, si fanno acquisti, ragionati e documentati, gli alunni divorano i libri, conoscono autori ed autrici, di cui chiedono le ultime edizioni (Varriale, Gandolfi, Gaiman, Shustermann, Almond, Spinelli, Luciani,Piumini, Reeves,Zannoner, ecc.e fanno a gara per la schedatura commentata dei nuovi acquisti...il libro deve esser scoperto, serve il tempo non della classe, ma personale, maneggiarlo, distinguere i vari generi...per me e' stata una scoperta che mi ha ridato fiducia...occorrerebbe una biblioteca scolastica in ogni plesso, e si possono con essa proporre films, letture poetiche...aperture sul mondo.
Rosa Ridolfi, scuola media di Pieve di Cento/Bo
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