lunedì 13 giugno 2011

Labirinto Borges


"Perdersi e ritrovarsi cambiati. Ci si muove con passo lieve e incerto nel nuovo "Giardino-Labirinto" della Fondazione Cini, sull´Isola di San Giorgio Maggiore a Venezia, dove domani si inaugura un insolito e spiazzante percorso di visita ispirato da Jorge Luís Borges e dal suo racconto Il giardino dei sentieri che si biforcano, nel venticinquennale della sua morte. Secondo al mondo dopo quello creato nel 2003 in Argentina a Los Alamos, nella provincia di Mendoza, da un progetto risalente ai primi anni Ottanta dell´architetto inglese Randoll Coate, il quale si avvalse anche del contributo creativo dello stesso romanziere, il Labirinto Borges è stato pensato come uno spazio contemplativo in cui il visitatore può immergersi e smarrirsi tra le siepi di tremila piante di bosso, che visivamente riproducono le pagine di un libro aperto, rievocando non solo alcuni fra i temi più ricorrenti nelle opere borgesiane, come il labirinto o l´infinito spaziale e temporale, ma anche tutti i simboli più cari al poeta di Buenos Aires, dal bastone agli specchi, dalla clessidra fino alle tigri. E tutto questo si materializza magicamente sotto le finestre della biblioteca che la Fondazione Cini ospita con i suoi duemila volumi nella manica lunga restaurata da De Lucchi, tra i chiostri storici di Palladio e dei Buora. Proprio qui, nell´unico posto dove potrebbe davvero vivere Il guardiano dei libri raccontato da Borges, la vedova dello scrittore María Kodama, direttrice della Fundación Internacional Jorge Luis Borges, interverrà domani nella serata che precede l´apertura del giardino segreto al pubblico.
Nei giorni bui della cecità del marito, è stata lei la luce dei suoi occhi. Una moglie amorevole e una figura di donna dall´intelligenza vorace, con cui Borges, che si spense a Ginevra il 14 giugno di venticinque anni fa, ha condiviso momenti di rara intensità viaggiando molto alla ricerca del bello. L´onda emozionale che cavalcarono insieme li portò più volte a Venezia, complice anche la viscerale passione di Borges per il tema enigmatico del labirinto, onnipresente nelle sue opere, e quel groviglio di canali e calli deve essersi rivelato al suo cuore come una città straordinariamente onirica. E proprio su un´assolata terrazza che si affaccia sulla Riva degli Schiavoni, si emoziona nuovamente la Kodama, parlando del nuovo Giardino: «Ci sono voluti molti anni di paziente lavoro per riuscire a creare questo "Labirinto Borges" a Venezia - racconta entusiasta - finalmente vedo coronato il mio sogno di fondarne uno in Europa. E il fatto che questo accada a Venezia mi riempie ancora di più il cuore di gioia, perché Jorge l´ha sempre amata profondamente, anche quando non aveva più il dono della vista. Era ipnotizzato dal silenzio delle calli, dal senso di pace che gli procuravano».
La sua morte lasciò in lei un vuoto divorante che ancora non si è colmato, ma la ferma tranquillità con cui affronta oggi l´argomento, lascia trasparire una grande forza interiore. Si irrigidisce, quasi a difendersi, quando le chiediamo quale direzione abbia preso la sua vita dopo quella perdita. «È una questione dolorosa - risponde la Kodama - sento che lui non è mai morto. Non c´è il ricordo, perché c´è ancora la sua presenza che mi sostiene. In questi venticinque anni la mia vita ha seguito una sola direzione: Borges. È stato l´amore a guidarmi».
La voce della vedova di Borges riecheggerà anche domani sera, al chiaro di luna nel Giardino nella Fondazione Cini, contornata dagli ambienti musicali "disegnati" da Pedro Memmelsdorf: «Reciterò una delle ultime poesie che Jorge mi ha dedicato, La luna. È probabile che mi considerasse lunatica di carattere, ma quel paragone nasceva credo dalla calma e dal silenzio che trovava con me». Anche il Giardino-Labirinto di San Giorgio, non a caso, invita il visitatore a cercare risposte in profondità, dentro di sé, attraverso un percorso che ognuno può compiere nella più totale libertà, provando l´ebbrezza di perdersi, o l´ansia di uscirne. Per volere della Kodama, poi, un corrimano in alabastro su cui sarà interamente trascritto in braille El jardín de senderos que se bifurcan, consentirà ai non vedenti di trovare facilmente la via verso l´uscita, risolvendo per primi il mistero." (da Guido Andruetto, Parla María Kodama, vedova del grande scrittore: "Amava questa città anche quando non poteva vederla", "La Repubblica", 13/06/'11)

Nessun commento: