lunedì 5 luglio 2010

La quarta rivoluzione


"Un prezioso, completo e illuminante contributo sulla questione che oggi scherzosamente si definisce della Whatness of Bookness (come dall'omonimo intervento di Philip Smith del 1996), la 'cosità della libritudine', che però altro non è se non la questione kantiana: che cos'è un libro? Il fatto è che oggi non basta più dire che un libro è composto da un corpus mysticum, il contenuto intellettuale, e da un corpus mechanicum, il supporto materiale, e che, per tornare a Kant, 'è uno scritto' scritto da uno scrittore che 'nel suo proprio nome parla al publico', avvalendosi delle competenze di chi 'discorre pubblicamente per mezzo di uno csritto nel nome di un altro', che è poi l'editore. L'organizzazione internazionale delle associazioni bibliotecarie (IFLA) in una relazione (pubblicata nel 1997 e via via aggiornata) dedicata ai Functional Requirements for Bibliographic Records, ha dovuto riconoscere l'inopportunità di parlare direttamente di libri, autori e soggetti. Oggi si parla di entità del gruppo 1: non solo libri ma anche musiche, film, opere teatrali, etc.; entità del gruppo 2: persone ma anche enti che sono legate alle entità del gruppo 1 da relazioni diverse come certamente quella di autore ma anche traduttore, editore, illustratore, etc; ed entità del gruppo 3: concetti, oggetti, eventi, luoghi ma anche persone o enti, ossia entità del gruppo 2, oppure opere di vario genere che sono entità del gruppo 1.
Il mondo dei testi e della lettura sta vivendo una quarta rivoluzione. La prima era il passaggio dall'oralità alla scrittura, la seconda il passaggio dal rotolo al volume, la terza dal manoscritto ai tipi mobili, e la quarta, appunto, dalla carta al digitale.
Certo, non è facile dire cosa stia per succedere. Roncaglia spiega molto chiaramente cosa non sia un libro elettronico e lo fa in otto tesi che riassumo:
1 non è un formato alternativo per visualizzare un testo sullo schermo di un computer tradizionale: il libro elettronico deve poter essere letto usando dispositivi che per dimensioni, peso e portabilità sono più vicini al libro che al computer;
2 non si basa su formati chiusi e proprietari e deve essere invece supportato da tutti i dispositivi di lettura;
3 non nasce per essere stampato su carta; se sentiamo il bisogno di stamparlo non stiamo leggendo un libro elettronico;
4 non deve essere un oggetto volatile che rischia di scomparire ogni volta che si cambiano dispositivi di lettura o sistemi operativi; meccanismi di protezione sono indispensabili;
5 non può essere acquistato pay per view, coem film, giornali e riviste e deve invece venire offerto con piena e continua disponibilità;
6 non deve essere un oggetto chiuso, deve poter essere commentato, annotato, prestato e regalato;
7 né deve essere pensato come strumento destinato unicamente alla lettura di informazioni testuali; devono essere previste illustrazioni, tabelle, formule scientifiche e matematiche:
8 non deve servire solo a visualizzazione e lettura di testi lineari e neppure alla lettura di ipertesti multimediali; deve invece essere aperto a entrambe le possibilità, permettendo all'autore di presentare il proprio testo nel modo che gli pare più conveniente ed esplorare, appunto, nuove forme di organizzazione dei contenuti.
Si tratta di dare una risposta alla sfida lanciata dallo storico del libro Robert Darnton: potremmo aspettarci che l'evoluzione e la diffusione del libro elettronico porti a opere saggistiche e di ricerca caratterizzate da un'organizzazione del testo non necessariamente lineare, ma modulare e stratificata con schemi e indici costruiti attraverso diagrammi riorganizzabili che consentano percorsi di navigazione del testo stesso, a seconda degli interessi e delle esigenze del lettore. Ipotesi che appare molto sensata, ma perché stenta a decollare? Si tratta di rispondere alla domanda su quali siano le condizioni di possibilità di un libro ipertestuale. Attualmente sono tre i modelli: il primo è quello che vede il libro elettronico come una stratificazione piramidale di testi, che inizia da un livello apicale semplicissimo e generalissimo e scende via via nei dettagli; il secondo è la federazione di piattaforme, dalle guide turistiche ai cataloghi delle biblioteche; il terzo, infine, sono i libri di testo dinamici proposti dagli editori come complemento o alternativa alla carta e che hanno il vantaggio di venire aggiornati in tempo reale." (da Riccardo Pozzo, E' navigazione nei testi, "Il Sole 24 Ore Domenica", 04/07/'10)

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