lunedì 12 luglio 2010

Ma i libri di carta resisteranno


"L'iPad, il contributo della Apple al mercato delle tavolette digitali, è bello da vedere, non c'è che dire. Ho una bambina di sedici mesi e so che l'iPad è esattamente quel tipo di cosa per cui farebbe il diavolo a quattro, proprio come fa con lo smartphone di mia moglie o con i vari telecomandi della tv e dei marchingegni connessi. Ma un bel design è davvero un importante contributo allo sviluppo culturale del mondo? A ogni gadget che ci delizia gli occhi deve sempre corrispondere un esborso di capitale?
L'iPad è al centro del dibattito sul futuro del libro e il timore è naturalmente che i libri di carta - quegli oggetti che tappezzano le pareti di casa mia -, verranno in qualche modo rimpiazzati da prodotti equivalenti all'iPad (o al Kindle di Amazon e al Nook di Barnes and Noble). Ma finora, di fatto la percentuale di acquisti legati all'iPad direttamente correlati ai libri elettronici, è piuttosto bassa. Sono diverse le ragioni per cui molti bibliofili continuerebbero a scegliere la carta stampata. Innanzitutto l'iPad è più pesante di molti libri e anche più delicato (siamo proprio sicuri di volerlo portare in spiaggia?), dev'essere ricaricato e in aereo va spento durante decollo ed atterraggio.
Inoltre il libro è già una tecnologia flessibile e centrata sul lettore: possiamo scorrerlo, sfogliarlo, scriverci sopra, in altre parole è più facile personalizzare l'oggetto, impadronirsene che con il seducente, ma alla fin fine inutile, iPad. Per il libro è stato così da qualcosa come cinquecento anni. E nel caso della letteratura, dove il coinvolgimento al testo è più complesso e meno legato all'intreccio narrativo, il rapporto con il libro è già dinamico e creativo di per sé. E' un rapporto che si rinnova ogni giorno con l'avanzare del progresso nella storia della letteratura.
Ma, un momento, diranno i difensori dell'iPad, il testo può essere corredato da audio e video, e si potranno scegliere font, colori e immagini! E se un lettore non desiderasse tutto questo? Dopotutto sono solo ammennicoli e il testo letterario non è un film. E' il cinema che si fagocita sempre altre forme per poi sputarle dopo averle parzialmente digerite. Dall'avvento del cinema, il romanzo ha sfruttato quello che sa fare meglio (svariate angolature, interiorità, descrizione della consapevolezza) in un modo semplicissimo: attraverso le parole sulla pagina. Immagino che continuerà a farlo e poiché la carta è ancora il mezzo più stabile e affidabile per immagazzinare un testo (basta paragonarla per esempio al floppy disk che non dura più di dieci o quindici anni, mentre i volumi stampati nel 1800 sono ancora leggibili). E se il libro non è attraente come l'iPad, poco importa. Con i libri, come in amore, la bellezza esteriore non sempre conta." (da Rick Moody, Ma i libri di carta resisteranno, "Il Sole 24 Ore Domenica", 11/07/'10)

Rick Moody: la mia battaglia con Internet (Il Sole 24 Ore)

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