lunedì 1 marzo 2010

Ernesto Ferrero: 'Scommettere sui neonati'


"Condivido alla lettera quanto ha scritto Davide Rondoni sul Domenicale del 21 febbraio in margine alla presentazione romana del progetto di Gian Arturo Ferrari per il neonato Centro per il libro. I bassi indici di lettura non sono il problema di una specifica corporazione, al pari delle quote latte o del trasporto su gomma, ma una vera emergenza nazionale da cui dipende la crescita o il declino di un Paese, al parid ella sanità, della giustizia, collegata a una scuola che oltre a non riuscire più a insegnare ortografia e grammatica, invece di favorire il piacere della lettura lo uccide in culla sotto massicce dosi di seriosità burocratica. C'è un rapporto diretto di causa e effetto tra la non-politica del libro dei governi repubblicani e l'attuale imbarbarimento progressivo. Che fare nel concreto, qui e ora? Fondamentale il primo anello della catena, dal bambino, addirittura in età prescolare e pre-asilo. Prima si parte, meglio è. La partita si decide alle battute iniziali; dopo, recuperare è difficile. Da anni in alcune Regioni è stato avviato in varie forme il progetto Nati per leggere, cui concorrono pediatri, bibliotecari e istituzioni, per diffondere nella famiglia la pratica della lettura ad alta voce ai bambini (adesso è anche diventato un premio nazionale in cinque sezioni). E' lì che si crea quel piacere, quella necessità fisiologica del racconto che il bambino svilupperà per conto suo imparando a leggere, se la scuola non glielo rovina. E' lì che nasce il lettore, ma anche un figlio migliore, e migliori genitori: cittadini che pensano. E' arrivato il momento di rilanciare il progetto su grande scala nazionale unitaria, sotto l'egida del Centro, coinvolgendo (gratuitamente) i media e testimonial che funzionano (chi meglio di Antonella Clerici, popolarissima madre entusiasta?). In quello stesso contesto, suggerire ai genitori la bella pratica di andare periodicamente con i bambini in libreria (dove la produzione loro dedicata è molto buona) e farla diventare una normale abitudine di vita. Come possono crescere dei lettori in case senza libri? Qualche Comune sta provando a regalare un libro a ogni neonato: è un buon punto di partenza, da sviluppare con l'aiuto di tutti. Lo sappiamo: ogni volta che si danno stimoli giusti, si hanno grandi risposte anche e soprattutto da bambini e ragazzi, di solito criminalizzati per colpe che sono non loro, ma di adulti incapaci e assenti. E allora si estendano alle altre Regioni esperienze che già funzionano, come in Piemonte quell'Adotta uno scrittore avviato dal Salone del libro che porta nelle superiori una ventina di scrittori per un dialogo a tutto campo con i ragazzi, non one shot, ma continuativo, almeno una volta al mese. Si mandino in tournée eccellenti divulgatori show-men come Valerio M. Manfredi, Philippe Daverio, Corrado Augias o Mauro Corona, ad accendere lampadine nelle giovani menti che, per colpa nostra, pensano che la cultura sia sinonimo di polvere, di non-vita: una faccenda di preziosi ridicoli. Con poco si può fare moltissimo, invertire la tendenza, avviare un circolo virtuoso, prima di perdere l'ultimo treno." (da Ernesto Ferrero, Scommettere sui neonati, "Il Sole 24 Ore Domenica", 28/02/'10)

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