sabato 19 dicembre 2009

Siamo poeti maledetti, la top ten ci è proibita


"Davanti alle indicazioni di sei esperti, scelti per segnalare i dieci migliori libri del decennio, sorge spontanea una domanda: perché non c'è neppure un libro di poesia? Se in un elenco simile non compare una raccolta di versi, dov'è che dovremmo cercarla? Dove sono finiti i suoi cultori? la situazione non è semplice, e bisogna prendere atto dello stato di cose: la poesia si è sottratta alla lettura. Altrimenti detto, essa si colloca altrove rispetto ai tempi e alle modalità di un lettore 'normale', in uno spazio differente e parallelo. Con un certo cinismo, Edoardo Sanguineti ha suggerito di rassegnarsi al dato di fatto che i versi, come la filatelia o gli scacchi, sono ormai condannati a un'esistenza di nicchia e di macchia, votati a una fruizione circoscritta, paragonabili a un intrattenimento per pochi appassionati. Gli studi sociologici non sono mancati, né le interpretazioni più specificamente letterarie. Basti soltanto ricordare uno studio di Guido Mazzoni - Sulla poesia moderna - e consacrato alla fine del mandato sociale del poeta, sostituito dla cantante rock. Autoreferenziale e solipsistica, la lirica moderna avrebbe cioè ceduto alla musica giovanile il peso 'politico' di raffigurare l'esperienza comunitaria. Quanto a me, resto dell'idea che alla base di tutto stia una questione legata al puro sforzo. Qualche anno fa, sfogliando un fortunato stupidario, mi imbattei in questa impagabile confessione: 'La televisione non fa fatica, perché ti scorre sempre sotto gli occhi. Invece, con i libri, gli occhi li devi muovere tu'. Certo, un saggio o un romanzo non sono la tv, ma il discorso non cambia poi troppo. Infatti, tanto l'analisi quanto la narrazione immergono il lettore in un flusso potente e continuo, in una corrente di senso che lo trascina via quasi suo malgrado. Con la poesia, invece, accade il contrario. Qui, sta al lettore mettere in moto il testo. Sta a lui e soltanto a lui farsi forza, sospingerlo, azionarlo. E' un tipo di lettura diverso, impegnativo e energetico, in quanto esclude ogni forma di passività. Sanguineti ha ragione; un hobby del genere rimane appannaggio di pochi. Chi affronta una poesia, fa eserciizo fisico. Noi siamo i bodybuilder della lettura." (da Valerio Magrelli, Siamo poeti maledetti, la top ten ci è proibita, 19/12/'09)

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