venerdì 13 novembre 2009

Saviano: "I libri pericolosi per mafie e tiranni"


"'Pagine più forti della nitroglicerina'. Libri pericolosi, autori perseguitati, volumi capaci di far tremare i governi e crollare i regimi. Di smascherare le mafie e i poteri criminali.
Da I versetti satanici di Salman Rushdie alle inchieste di Anna Politkovskaja. Dalle poesie di Federico Garcìa Lorca ai racconti del gulag di Varlam T. Salamov. Dall'inferno che sembra prevalere in certi momenti, alla bellezza della parola scritta, che dà la possibilità di esistere e di lottare. Di questo ha parlato ieri sera con Fabio Fazio a Che tempo che fa, in uno speciale emozionante, dedicato a lui, Roberto Saviano, lo scrittore italiano costretto a vivere blindato, sotto scorta, per le minacce ricevute dalla camorra.
Seduto a un tavolino rotondo, ricoperto di libri e poi in piedi, davanti alle immagini che scorrevano alle sue spalle, Saviano ha raccontato alcuni casi emblematici nei quali "la parola è diventata pericolosa e straordinariamente bella". Ha parlato di "autori delegittimati". E ha spiegato come "l'unico modo per difendersi dalla delegittimazione per chi la subisce è sperare che le sue parole vengano credute": "Salman Rushdie quando ha scritto I versetti satanici non credeva affatto di imbattersi nella fatwa, nella possibilità che l'intero mondo islamico intorno a Khomeini potesse sentirsi offeso. Ma c'è un momento preciso in cui la parola, per una specie di alchimia, diventa pericolosa. Magari se un libro fosse uscito un anno piuttosto che un altro avrebbe avuto un destino completamente diverso". Libri bomba. Saviano cita il poeta turco Nazim Hikmet, che ha avuto il coraggio di ricordare il massacro degli armeni e ha subito 28 anni di carcere. "Perché le sue poesie erano lette dai soldati turchi. Erano lette dalla società civile. E il governo non sopportava tutto questo. Non poteva permettere che le parole di quello che consideravano un sovversivo potessero arrivare alle persone. Ma la maggior parte delle sue poesie non sono poesie politiche". E poi lo scrittore cubano Reinaldo Arenas, autore di Prima che sia notte. "Il regime comunista castrista costringe Arenas al carcere per due ragioni: è omosessuale ed è uno scrittore. Questo libro riuscirà a pubblicarlo perché lo scrive sulla carta igienica. E transessuale incarcerato userà questo libro come supposta e lo porterà fuori dal carcere". Cita i Racconti siciliani di Danilo Dolci. "I suoi scritti cambiano il corso delle cose. Porta avanti al Sud un progetto di sciopero davvero unico: disoccupati che si mettevano a lavorare". E poi Federico Garcia Lorca, "fucilato e scelto tra tanti intellettuali perché aveva firmato un documento di sostegno alla Repubblica spagnola, che aveva vinto attraverso le elezioni. Vengono punite le sue parole che si identificano con la sua vita". E ancora I racconti della kolyma di Varlam T. Salamov che dai gulag siberiani è riuscito a far arrivare i suoi scritti non svendendo l'anima né la dignità. Il bisogno di libertà di Vita e destino di Vasilij Grossman. Fino ai libri di Anna Politkovskaja, uccisa per i suoi racconti sulla Cecenia. Perché non c'era altro modo di fermare la sua implacabile testimonianza sulle crudeltà commesse dal governo." (da Carlo Brambilla, I libri pericolosi per mafie e tiranni, "La Republica", 12/11/'09)

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