sabato 1 marzo 2008

Kafka sulla spiaggia di Haruki Murakami

"It's like a large, Japanese-style house with this really elegant reading room that looks more like a parlor, where people are sitting with their books on comfortable-looking sofas."

"Il primo grande libro di narrativa dell'anno - un magnifico romanzo gotico. Gotico giapponese, onirico e new pop. Con Kafka sulla spiaggia (Kafka on the Shore), Murakami ha scritto un romanzo di chiarezza visionaria che vive del magico equilibrio tra le due vicende narrate, quella del ragazzo Kafka e quella del vecchio Nakata. Due vicende di deprivazione destinate, in senso letterale, a incrociarsi. Dove la storia di Kafka è narrata in prima persona, al presente, quella di Nakata da un narratore esterno, al passato - ed è un colpo di genio romanzesco, questa prima mossa destabilizzante, visto che le due vicende si svolgono negli stessi giorni. Una sorta di sinestesia temporale, e non l'unica. Kafka se l'è svignata per sfuggire alla profezia edipica del padre, uno scultore di genio, assente, e per cercare la madre, che se n'è andata di casa portando con sé la figlia ma abbandonando Kafka. La palestra e la biblioteca sono state rifugio e sostentamento, per 'il quindicenne più tosto del mondo', solitario che dialoga col suo Doppio pop, 'il ragazzo chiamato Corvo', e non sorride mai. Certo non un bodhisattva, con quel broncio. Nakata si è messo in viaggio spinto da una misteriosa consapevolezza, trovando l'aiuto delle persone incontrate per strada. Non sa leggere e scrivere, un misterioso incidente l'ha lasciato incapapce di ragionare nei termini consueti ma in grado di dialogare con i gatti, la cui lingua parla e intende. L'esito fatale dell'incontro con 'il più grande assassino di gatti' lo spinge nella stessa direzione di Kafka, da Tokyo a Takamatsu. Qui Kafka trova rifugio alla biblioteca Komura, una villa in stile giapponese con giardino gestita da due originali: Oshima e la signora Saeki. Oshima è un giovane di aspetto androgino, un angelo che adora le metafore e guida un roadster Mazda verde; la signora Saeki è una donna di ineffabile bellezza, remota e risonante, con un sorriso perfetto che 'fa venire in mente un angolo illuminato dal sole'. Nakata arriverà a destinazione grazie all'aiuto di Hoshino, giovane camionista e ragazzo selvaggio che pianta tutto per accompagnare il vecchio, mosso da un compito superiore che deve decifrare. Sono i personaggi principali del romance, figure di un vorticoso gioco di rimandi fra realtà e sogno, che si accende d'improvviso di crudeltà o delizie gotiche, o si estende in improvisi erotici di fragrante immaginazione. Nel cosmo muramakiano, come nella letteratura giapponese classica, gli spiriti viventi possono raggiungere (solo in sogno? ne siamo certi?) altre persone, indicare la via, addirittura giacere con loro. Possono piovere sardine o sanguisughe, può succedere di risvegliarsi in un boschetto con una macchia di sangue a forma di farfalla sulla t-shirt, senza sapere cos'è successo prima. Nei sogni cominciano le responsabilità, ha scritto Yeats - ed è anche il titolo di uno dei più bei racconti del Novecento, di Delmore Schwartz, che un certo Murakami ha letto. Sarà davvero così? Certo è che 'nei sogni' cominciano i romanzi di Murakami, che si conferma l'unico grande narratore gotico d'oggi." (da Tiziano Gianotti, Attenti a quel libro, "DLaRepubblica delle donne", 01/03/'08)

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