lunedì 29 aprile 2013

Noi scrittori e i nostri ''nativi''


"La carta batte - anzi straccia - il digitale, almeno per ora. I numeri parlano chiaro: #Natidigitali, una ricerca online (di Filastrocche.it, Mamamò, Happi e Nati per Leggere) che ha esplorato le abitudini di lettura delle famiglie italiane racconta che oltre il 60% dei genitori preferisce ancora leggere ai propri figli libri cartacei. Che solo il 30% ha usato libri digitali (app, pdf, ePub, eBook); che quasi il 18% è contrario e che il 14% non sa che esistono libri per pc o device mobili pensati ad hoc per bambini.

Entrando nelle case degli «scrittori con figli» la tendenza è confermata: lunga vita alla carta, ma con qualche sorpresa. Per Antonio Scurati, infanzia e libro vanno d'accordo solo se a unirli è la carta: «I bambini - dice pensando a sua figlia Lucia, 4 anni - vogliono reggere il libro tra le mani, mentre glielo leggi, scorrere il ditino sulla parola e strappare una pagina se li rende tristi». E aggiunge: «Il digitale arriva dopo. E in quel momento qualcosa va perduto». Luca Crovi, scrittore e conduttore radiofonico, si assume la «colpa» di aver cresciuto bambini (quattro, di età tra i 9 e i 5 anni) che cui piace, ancora, il libro da sfogliare.

«L'approccio è anzitutto tattile. Partono dal contatto fisico con l'oggetto-libro e poi passano alle immagini». Le storie digitali per ora sono off limits, anche perché, ammette, «in casa non abbiamo un ereader o un tablet; accadrà presto e allora vedremo». Dove, invece, i supporti digitali non mancano è in casa Zaccuri: «Stefano, l'ultimo dei miei tre figli, - spiega Alessandro, scrittore e giornalista - è un nativo digitale e si vede. Ama leggere e passa senza soluzione di continuità dai volumi della biblioteca al Kindle». Ultimo download? «L'ebook-app The Fantastic Flying Books of Mr. Morris che poi abbiamo letto insieme».

C'è, poi, chi come Francesco, 9 anni, ha iniziato la «guerra dell'ereader» contro papà e mamma, la scrittrice Elisabetta Bucciarelli. «Ne abbiamo due in casa - spiega -, ora lui ne vuole uno tutto per sé». L'importante è che «guardi al libro come a un gioco, tutto sommato sia o no di carta poco importa». Poi precisa: «Certo con il digitale la lettura è meno continuativa, ci sono più "distrazioni", ma è anche più stimolante e coinvolgente». E proprio queste, insieme all'aspetto educativo e alla possibilità di far pratica con le lingue straniere, sono le virtù che i genitori riconoscono e ricercano in un libro digitale. Il timore più grande (71,8%), invece, è che faccia perdere la magia del libro, soprattutto delle storie della buonanotte.

Infine, da chi al digitale deve il suo successo ci si potrebbe aspettare una difesa d'ufficio, invece Anna Premoli, mamma di Marco, 4 anni, e scrittrice del bestseller nato in ebook Ti prego lasciati odiare, è contraria ai libri per bambini su tablet e ereader. «Marco sa già navigare, si cerca i video dei cartoni, gioca con il tablet. Se avesse un libro digitale non leggerebbe, devierebbe per mettersi a fare altro. Io leggo solo su ereader ma per mio figlio preferisco libri di carta».

E gli esperti che ne pensano? Secondo uno studio del Joan Ganz Cooney Center, gli ebook - in particolare quelli «potenziati» con video, audio e contributi multimediali - distraggono i bambini dalla storia e impediscono loro di ricordare i dettagli narrativi. A essere penalizzati sono, secondo i ricercatori, «apprendimento e comprensione del testo».
Ma la lettura non è solo questo. I libri elettronici grazie all'aspetto ludico e di coinvolgimento riescono, infatti, «a catturare l'attenzione di bambini che non sono attirati dalla lettura tradizionale», osservano gli esperti.
Insomma la questione è calda e il dibattito aperto. Se ne parlerà anche alla prossima edizione di Kids - Generazione 0-10, il 10 e l'11 maggio al Palazzo delle Stelline, che ha per tema: «Crescere bambini digitali»." (da Severino Colombo, Noi scrittori e i nostri ''nativi'', "Corriere della sera", 27/04/2013)

1 commento:

Mayray ha detto...

This is very nice for writers whose focus is on the culture of the community.

University of Nigeria
http://unn.edu.ng