martedì 23 aprile 2013

Il mondo (del libro) salvato dai ragazzini

"Il mondo (del libro) salvato dai ragazzini: al cospetto del lavoro svolto in questi ultimi trent’anni anni dalla libreria Giannino Stoppani di Bologna, intitolata a Gian Burrasca e pensata per il pubblico dei bambini e degli adolescenti, viene in mente il titolo della celebre raccolta di poesie di Elsa Morante. È dal 1983 infatti che a Bologna, dapprima a Palazzo Bentivoglio e poi nei centralissimi locali di Palazzo Re Enzo, la Giannino Stoppani contribuisce a formare nuovi lettori. E intende assolutamente continuare. «Eravamo in cinque», racconta Silvana Sola, «studiavamo pedagogia e seguivamo le lezioni di Antonio Faeti, che allora era il solo a tenere un corso specifico sulla letteratura per ragazzi. Nessuna di noi aveva mai lavorato in libreria e non sapevamo nulla né di mercato né di economia. Però avevamo questo sogno, che era anche una sfida: come avrebbe risposto Bologna? L’idea di dedicare la nostra libreria al monello del Vamba era il nostro manifesto».

All’epoca le librerie che trattavano la letteratura per l’infanzia e l’adolescenza la relegavano in fondo a destra, non solo dopo i bestseller e la saggistica ma anche dopo il turismo. «Oggi non più, per fortuna. Ma noi avvertimmo subito il desiderio di offrire ai piccoli lettori uno spazio dove incontrare i libri pensati per loro. La nostra prima sede era molto piccola, appena sessanta metri quadri, e però cercammo di farla diventare uno spazio aperto, invitando le classi la mattina, organizzando visite guidate in cui gli scaffali erano come le sale di un museo o i sentieri di un parco. Già nell’85 ci adoperavamo per promuovere il libro e la lettura, chiedemmo a Lorenzo Mattotti di fare da noi una mostra a partire dai classici e lui disegnò il suo Pinocchio, destinato ad approdare al cinema. La mostra ebbe un tale riscontro che poi venne ospitata dalla Galleria d’Arte Moderna di Bologna, per noi fu un segnale importante».

La Giannino Stoppani del resto ha sempre puntato molto non solo sulle storie ma anche sulle immagini che le illustrano. «Abbiamo organizzato tantissime mostre, anche con disegnatori americani, e le abbiamo portate nelle scuole e nelle biblioteche, cercando di aprirci, di portare la libreria fuori dai suoi spazi». Che nel 1991 si sono ampliati. «Col trasloco a Palazzo Re Enzo è iniziata un’avventura ancora diversa, perché nella nuova sede davvero potevamo accogliere con agio intere classi, dando vita a letture condivise, coinvolgendo i genitori, e ospitando autori e illustratori, cercando sempre di intessere nuove relazioni». E presto la Giannino Stoppani si è fatta conoscere oltre i confini felsinei, ha dando vita a una cooperativa culturale che promuove mostre e laboratori per ragazzi, incontri di formazione e programmi di promozione alla lettura. «Visti i risultati del lavoro sul territorio, con le scuole e le biblioteche, ci siamo dette che valeva la pena di allargare gli orizzonti, far girare le mostre e distribuire i cataloghi così da raggiungere realtà anche molto lontane, condividendo storie».

Il tutto facendo i conti con un mercato che intanto cambiava, perché nel frattempo i libri per ragazzi avevano iniziato a ritagliarsi spazi più importanti all’interno di librerie indipendenti e di catena.
«Certo anche la Giannino Stoppani ha attraversato fasi alterne, momenti più o meno felici. Noi abbiamo deciso che la nostra arma in più non poteva essere la politica degli sconti, ma la competenza: le nostre libraie e i nostri librai dovevano conoscere i libri, leggerli, e anche criticarli, ma in ogni caso mostrarsi capaci di rapportarsi con un pubblico di bambini, ragazzi e adulti facendo loro sentire che cosa c’era dentro i libri». E non a caso, dieci anni fa la Cooperativa Culturale Giannino Stoppani ha dato vita all’Accademia Drosselmeier. «Continuavamo a ricevere richieste da parte di persone che ci domandavano di aprire laboratori e corsi per ragazzi, e allora abbiamo pensato di fondare un’accademia per librai e giocattolai, rivolta ai giovani intenzionati a intraprendere un percorso formativo nell’ambito della cultura per l’infanzia. In tanti poi hanno aperto librerie: a Rimini, Vignola, Cagliari, Cremona. E la soddisfazione più grande per noi è l’aver creato questa rete di condivisione di contenuti». Quanto alla crisi del settore, che nel 2012 ha colpito duro tutti i soggetti operanti nel mondo del libro, dai librai agli editori, Silvana Sola ha un’unica ricetta: «In un contesto come quello attuale, in cui si sente la difficoltà di mantenersi indipendenti in città dove gli affitti sono altissimi e si fatica a far quadrare i conti, noi abbiamo sempre cercato di non abbassare la qualità delle nostre proposte, casomai di alzarla ancora. Quest’anno abbiamo messo in piedi tre mostre: una sui libri che in paesi diversi parlano di migranti, una sulla nuova famiglia nei libri per ragazzi, e una sul rapporto tra infanzia e natura».

E il luogo comune dei ragazzi che leggono meno rispetto ai loro coetanei di un tempo e agli adulti? «Vede, io credo che sia necessario ribaltare il tutto. Se a leggere è il 60% dei ragazzi, il problema è avvicinare alla lettura il 40% rimanente. Ma se uno non incontra i libri sulla sua strada come può esercitare il diritto alla lettura? Quel 40% è fatto di ragazzi potenzialmente pronti per leggere. Dobbiamo dare loro la possibilità di accedere ai libri. È una questione di consuetudine: ci vogliono più biblioteche, più librerie, e più libri nelle case degli italiani. La qualità della vita di ciascuno di noi passa anche per i libri che ha letto, non crede?». Altroché." (da Giuseppe Culicchia, Il mondo (del libro) salvato dai ragazzini, "La Stampa", 23/04/2013)

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