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"A sei anni voleva diventare 'profetessa'. E fra i comandamenti che aveva annotato sul suo libro sacro ne ricorda tre: che tutti avessero un'automobile, che alle nonne fossero risparmiate ginocchia doloranti e che le cameriere sedessero a tavola con tutta la famiglia. Marjane Satrapi ha disegnato la sua infanzia in Iran come un fumetto, la saga di Persepolis, e poi come un film d'animazione e ancora oggi, dopo 17 anni di esilio a Parigi, non è diversa dalla ragazzina intrepida e ribelle di allora. Improvvisamnete l'Occidente guarda con altri occhi al mondo musulmano. Il popolo abbatte i dittatori e le donne sono parte visibile di questa rivoluzione. Il loro destino, come quello della democrazia, reta però incerto. [...]" (da Vanna Vanuccini, Marjane Satrapi, "La Repubblica", 08/03/'11)
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