Secondo l’ultimo sondaggio dell’Aie sui dati Istat la fascia di età tra i 15 e i 17 anni è l’unica che abbia segnato l’anno scorso un deciso incremento di lettura, +5,6%. Ma non erano, i Millennials, la generazione già nata digitale, schiava dei videogiochi e degli smartphone, estranei al mondo di carta dei genitori? È vero, ma è vero anche il contrario: «Naturalmente vivono in rete e sui social - dice Grazia Rusticali, responsabile della fiction di Sperling & Kupfer - e spesso scoprono, o addirittura scrivono, le saghe su Wattpad (la community online per scrittori specializzata in fanfiction). Ma poi leggono e rileggono le storie preferite su carta, per ritornare a commentarle virtualmente su blog e social, andare a vederle al cinema e infine affollare gli incontri reali con gli scrittori. Si è accorciato il percorso tra autore, personaggio e lettore: il nostro profilo Facebook di After ha 32 mila followers, ma la cosa interessante è il tono con cui i ragazzi parlano dei personaggi. Come se fossero amici». Insomma, hanno perfettamente realizzato la tanto sospirata integrazione tra mondi diversi che gli adulti faticano anche solo a immaginare.
Figli di Harry Potter
«Sono tutti figli di Harry Potter - dice Sabrina Annoni di Rcs -, sono nati quando il fenomeno creato da J. K. Rowling già esisteva e ce l’hanno nel Dna: hanno succhiato con il latte l’idea che l’importante è la bella storia, l’universo fantastico totalizzante, e su più piattaforme lo si trova meglio è: libri, videogiochi, blog o film, poco importa. I ragazzi non sono snob». E infatti non si tratta sempre di proposte editoriali di qualità, come gli analisti più pessimisti si affannano a sottolineare, ma la cosa nuova è il fenomeno, più del contenuto. «Il primo elemento unificante di tutti questi libri - continua Annoni - è che i protagonisti sono adolescenti, che siano guerrieri del futuro o giovani studentesse innamorate, il che stimola l’identificazione. Spesso sono romanzi di formazione, di crescita: il tema che più interessa ai ragazzi è la loro identità, anche sessuale». Le categorie sono grosso modo due: quelli realistici e quelli fantastici. Nel primo caso si parla moltissimo d’amore, molto di scuola, e molto anche di malattia e morte. «Amore e morte - dice Rusticali -, emozioni forti, sentimenti estremi che i ragazzi cercano di capire. Soprattutto l’amore contrastato, un classico della letteratura da Romeo e Giulietta in poi». Nei Fantasy invece c’è l’elemento della fuga dalla realtà, «ma anche e soprattutto - sottolinea Annoni - quello del potere in mano agli adolescenti, che sono i veri protagonisti del mondo, o perché gli adulti sono scomparsi, o perché hanno poteri magici o sovrannaturali. “Come ce la caveremmo senza adulti?” è la domanda che si fanno. E la risposta sottintesa è: “Meglio”».
Un altro elemento unificante di tutti questi libri è la bella storia, la trama avvincente e il gran finale liberatorio. «Sono paragonabili a Dumas, ai feuilleton dell’800 - dice Rusticali - a maggior ragione se nascono dall’autopubblicazione su Wattpad. Non saranno alta letteratura ma sono ben costruiti, perché devono mantenere alta la tensione a ogni capitolo. E l’intervento dei fan on line serve anche a dare idee e nuove direzioni, a costruire il romanzo».
In questo panorama gli autori italiani sono quasi assenti. «La narrativa italiana tipicamente non è per questa fascia d’età - dice Giovanni Peresson dell’Aie -, è intimista o di genere, cose che ai ragazzi non interessano. Gli unici che intercettano questo pubblico sono D’Avenia e Ammaniti». Non a caso, dopo il gran successo di Io e te, Anna, appena uscito, ha di nuovo una protagonista adolescente, in un mondo dove si muore al sopraggiungere dell’età adulta.
E se li leggono i grandi?
«Non è detto che questi libri vadano in classifica perché li leggono solo i ragazzi - ammonisce Peresson -. Ci sono molti lettori adulti: è un portato dell’infantilizzazione della società: i quarantenni si vestono da adolescenti, si innamorano da adolescenti, ascoltano musica da adolescenti e quindi leggono libri da adolescenti». Il dibattito è esploso quest’estate in America, lanciato da un articolo molto critico su Slate, per cui gli adulti «si dovrebbero vergognare di leggere storie per ragazzi, semplificatorie, con finali scontati». E anzi, anche i ragazzi dovrebbero leggere i grandi romanzi piuttosto che Divergent, perché se non si legge Guerra e pace a 18 anni non lo si legge più. Vero, naturalmente, ma il trend degli ultimi anni è mescolare tutto, vestiti firmati e vintage, Bach e One Direction: perché non anche Dostojevskij e Lauren Kate? In fondo quando si tratta di adolescenti, richiamarsi alla categoria del «dovere» è l’unico indice sicuro di cattiva riuscita. " (da Raffaella Silipo, Il mondo dei libri salvato dai ragazzini, "La Stampa", 04/10/2015)Against YA (da The Slate Book Review)
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