lunedì 22 febbraio 2016

In un labirinto di libri: con Umberto Eco nella sua biblioteca



'... Quel che mi domando è, visto che a questo punto si deve comunque tornare, se non sia il caso che io mi ci fermi ... Tanto vale che io  mi conceda un riposo di qualche decina di migliaia di anni, e lasci il resto dell'universo a continuare la sua corsa spaziale e temporale sino alla fine ...'

Italo Calvino,  Ti con zero





In un labirinto di libri: con Umberto Eco nella sua biblioteca
Un lungo piano sequenza attraverso migliaia di libri. La scena, tratta dal documentario Umberto Eco, Sulla memoria. Una conversazione in tre parti, 2015 di Davide Ferrario, prodotto da Codice Italia, è diventata virale su Facebook nelle ore successive alla morte del grande scrittore e semiologo


"In anni remoti, correva il 1981, uscì nella collana I Castori, la bella monografia di Maria Teresa De Lauretis su Umberto Eco allora quarantanovenne ma già celebre. In copertina lo schermo di un computer Ibm dell'epoca, oggetti di ferro e schermi poco confortevoli, tastiere in cui (incredibilmente) non c'era ancora la @ dell'e-mail. Appariva un simbolo perfetto per Eco di cui era uscito l'anno prima Il nome della rosa che era stato definito da critici malevoli 'scritto con il computer', come una volta si diceva 'scritto a tavolino'. Chi l'avrebbe detto che vent'anni dopo avrebbe parlato delle 'legioni di imbecilli' sul Web? Qualunque lettore di buon senso ma, sappiamo, il buon senso è merce rara. All'obiezione 'scritto con il computer' Eco non rispose 'Come volevate che lo scrivessi? Con una stilografica? O magari su tavolette di cera?'. Si limitò a notare, nel suo secondo romanzo, Il pendolo di Foucault, che il brano che un critico aveva reputato come il solo autentico, frutto di un gesto autentico, spontaneo e sorgivo, ossia il racconto del giovane Umberto che a Nizza Monferrato suona la tromba per commemorare la morte di un partigiano, era in effetti l'unico che avesse scritto con il computer e senza un solo ripensamento, avendolo raccontato prima un gran numero di volte. Più meditatamente, osservò che per il computer vale il principio Trash in - Trash out: se quello che ci metti dentro è spazzatura, allora anche quello che viene fuori è spazzatura.
Il pessimismo antropologico del filosofo amico della tecnica emergeva in modo profetico. Perché non c'è contraddizione tra il venire rappresentato come il primo autore italiano che si sia servito del computer ed essere il moralista alla Flaiano che ricorda che se a scrivere sulla tastiera tecnicamente più avanzata c'è un imbecille, allora il risultato sarà lo scritto di un imbecille, sia pure impaginato in modo impeccabile e diffuso alla velocità della luce. Qui cogliamo il nucleo filosoficamente rilevante della visione della tecnologia in Eco. E anche la ragione di quella frase, pronunciata nello scorso giugno in occasione dell'honoris causa a Torino, che ha fatto storcere tanti nasi; e cioè che sul Web si possono leggere tante cose intelligenti ma il Web è anche lo spazio in cui si possono scatenare legioni di imbecilli. Come si permette? A chi allude? Allude a me a te, per esempio, 'gente curiosa di conoscere la vita altrui ma infingarda nel correggere la propria', come diceva Agostino. Gente pronta a dire (d'accordo con il classico paradigma dell'alienazione) che l'umanità è perfetta e viene pervertita dalla tecnica. E che lo fa per evitare di considerare che, invece, la tecnica è rivelazione di quello che noi siamo, pronti, poniamo, a dire la peggiore delle stupidaggini grazie a mezzi che permettono di diffondere urbi et orbi la nostra vanità e imbecillità.
In un divertissement di vent'anni fa Eco si immaginava il dialogo fra Socrate e un discepolo in cui Socrate sostiene che per morire senza rimpianti bisogna convincersi che il mondo è pieno di imbecilli. Non subito, ovviamente, non da giovani, altrimenti si diventa nichilisti. Ma nel corso del tempo bisogna prepararsi, bisogna imparare a morire, e capire che è proprio vero che il mondo è pieno di imbecilli. Come negarlo? Osservando che la tecnica non è corruzione o alienazione ma rivelazione della imbecillità di massa, Umberto Eco l'11 giugno del 2015 ha anticipato una presa di congedo dal mondo degna di Seneca, che corona una vita piena di tenerezza e curiosità per il mondo.
" (da Maurizio Ferraris, E quando maledi' il Web, "La Domenica di Repubblica", 21/02/'16)

Addio Umberto Eco, intellettuale del mondo (La Repubblica)

Addio a Umberto Eco, scrittore da best-seller e gigante della cultura italiana (Il Sole 24 ore)

Umberto Eco, Italian novelist and intellectual, dies aged 84 (The Guardian)

Umberto Eco, Internet el memorioso (L'indice dei libri del mese)

Eco su IBS